Il trapianto di genitali maschili è possibile: il caso del Sudafrica

È uno degli interventi più delicati e difficili del mondo della chirurgia ricostruttiva, ma un’operazione effettuata in Sudafrica qualche giorno fa dimostra che la scienza ha fatto passi da gigante ed arriva a compiere veri e propri miracoli. Ad un ragazzo è infatti stato reimpiantato un pene che, giorni dopo l’operazione, risulta essere perfettamente funzionante. Un’ottima notizia per tutte quelle persone che, a causa di un incidente o di una malattia, perdono l’uso del loro membro ma che vogliono ritornare a sentirsi degli uomini completi.

La vicenda

Secondo quanto riportato da Bloomberg, e poi da tutte le altre testate nazionali e internazionali, un ragazzo di 21 anni sudafricano si era presentato presso un ospedale per la circoncisione. Si tratta di un’operazione di routine che viene spesso praticata in pochi minuti e che, però, ha un certo grado di rischio. Non tanto per l’operazione in sé ma per le conseguenze post-operatorie come l’alta probabilità di infezione, vista la delicata parte del corpo umano. Questo sfortunato ventunenne è rientrato nella casistica delle persone che hanno fatto i conti con un’infezione dopo l’operazione (circa 250 persone all’anno solo in Sudafrica perdono l’uso del membro in seguito alla circoncisione), solo che stavolta la sua complicanza è stata talmente grave che i medici sono stati costretti addirittura ad amputargli il pene.

La vita di questo giovane con ancora tanti anni di attività sessuale davanti stava per cambiare definitivamente, ma quattro mesi dopo è avvenuto il “miracolo”. I medici hanno tentato l’operazione di reimpianto del membro espiantato da un donatore, e l’operazione è perfettamente riuscita. All’inizio il ragazzo è stato costretto ad assumere medicinali immunosoppressori per evitare il rigetto del suo corpo, ma alla fine la nuova parte si è adattata al resto del sistema riproduttivo, ed oggi il giovane può affermare di poter avere una vita sessuale attiva. L’operazione del “miracolo” è avvenuta presso il Tygerberg Hospital.

La difficoltà dell’operazione

Anche se il trapianto di pene non è di certo un’operazione nuova, è molto raro che, sul lungo periodo, sia un successo. In passato erano stati molti gli interventi simili effettuati, ma erano tutti falliti. La difficoltà principale è quella di ricostruire l’innervatura del membro, visto che sono presenti una quantità immensa di condotti sanguigni minuscoli e recettori che non sempre sono facilmente ricostruibili. E poi c’è la difficoltà di impiantare un organo che non venga rigettato dal corpo umano, come purtroppo spesso accade anche con altri organi.

Per ovviare a questo disagio, alcuni ricercatori americani stanno studiando il modo di realizzare un pene artificiale “coltivandolo” in vitro e non più sottoporre i pazienti al reimpianto dell’organo di un donatore. Presso il Wake Forest Instituite for Regenerative Medicine in California sin dal 1992 è partito un progetto per riprodurre il membro maschile in laboratorio. Finora la FDA non ha concesso l’autorizzazione all’impianto umano, e così i ricercatori si sono dovuti “accontentare” di effettuare gli esperimenti sui conigli. Ma i risultati sono stati soddisfacenti. Finora i test effettuati su 12 conigli hanno portato 8 di essi ad eiaculare e, in 4 casi, sono riusciti anche ad ingravidare un coniglio femmina. Non si sa ancora quando questa sperimentazione potrà avvenire sugli esseri umani.

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