Bufale da sfatare: dal cervello inutilizzato ai capelli che crescono di più se tagliati

Nella nostra credenza comune siamo influenzati da alcune leggende metropolitane che derivano da anni, per non dire secoli, di conoscenze scientifiche sbagliate, miti che si sono insinuati nelle menti dei nostri genitori o ancor prima, in quelle dei nostri nonni, e che ci vengono tramandate come sapere comune. A volte questa conoscenza popolare, che trova la sua massima applicazione nei proverbi, ha un fondo di verità, altre invece è totalmente infondata.

Cervello utilizzato solo in parte

Oggi partiamo da uno dei miti che più vanno di moda attualmente, anche grazie al film di Maccio Capatonda uscito di recente al cinema, Italiano Medio. Nel film la frase portante è “sapevi la storia che usiamo solo per il 20% del nostro cervello?”. Questa è una delle bufale scientifiche più diffuse al mondo anche perché alcuni medici ne sono ancora convinti. In realtà, secondo il docente professor Rachel Vreeman dell’Università dell’Indiana che ha pubblicato un libro proprio per sfatare alcuni miti, anche se ognuno di noi utilizza il proprio cervello in modo diverso, lo sfruttiamo quasi tutto, anche se non contemporaneamente. Dopo decenni di TAC e risonanze magnetiche, Vreeman afferma che non ci sono prove di zone del cervello inutilizzate, ma al massimo alcune aree che abitualmente vengono utilizzate di più e altre di meno. Basti pensare ad un musicista che usa di più un’area del cervello rispetto alle altre persone con altre doti.

Altro mito piuttosto noto è che più si tagliano la barba o i capelli e più crescono. In realtà non è così. La rasatura rimuove la parte morta dei capelli, non la parte ancora viva che si trova sotto la superficie della pelle. Il fatto che i peli che nascono siano un po’ più scuri di quelli che sono stati tagliati deriva dal fatto che non sono stati esposti al sole o ad altri agenti e dunque non si sono schiariti, non che si è avuta una qualche modifica nei follicoli piliferi.

Digestione lenta e perdita di calore

Un mito “culinario” deriva dalla capacità di digestione di un chewing-gum. A quanti di noi è capitato di ingerire una gomma da masticare? La credenza comune è che è un dramma, si dice che il nostro apparato digerente sia in grado di digerire una gomma in ben 7 anni. Secondo uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Pediatrics in realtà non è assolutamente così, ma il nostro apparato è in grado di digerire la gomma come qualsiasi altro alimento. L’unico pericolo semmai deriva dalla capacità della gomma di appiccicarsi e di intasare l’esofago o l’intestino, provocando irritazioni o altre condizioni mediche, ma di certo non ci sono problemi nella digestione.

Chiudiamo con l’ultima credenza molto diffusa che prevede che la maggior parte del calore corporeo si disperda dalla testa. La realtà è che il calore si perde da qualsiasi parte del corpo che sia scoperta, soltanto che di solito, d’inverno, tutte le parti del corpo sono coperte e solo la testa può restare scoperta. Per questo si consiglia sempre di indossare un cappello quando fa freddo. Se provaste a stare con un cappello e le braccia scoperte, oppure a coprire tutta la parte di sopra ma lasciando le gambe esposte, la perdita di calore sarebbe uguale.